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La censura della rete

Il solito Governo, dei soliti noti (noti specialmente alla magistratura) parlando di amore, di libertà e di demagogie varie ed eventuali ha partorito l’ennessimo provvedimento censura nei confronti della rete libera e democratica.

In un Italia in cui il dissentire è diventato un attacco alla democrazia, in cui ci si avvia alla monarchia assoluta, si sta cercando di mettere il bavaglio alla libera espressione dell’individuo, che si esplichi su internet o in mezzo ad una strada.

Quest’oggi la prima lettura della giornata è stata un messaggio del buon Gianluca Dettori, che tra le tante belle cose di cui si occupa, ha fondato il gruppo Facebook “Internet come diritto fondamentale“.

Già, diritto fondamentale, per la crescita sia dell’individuo che della collettività, per la diffusione della cultura, per l’ accesso al sapere, cose che vanno al di là della preparazione specifica della classe politica italiana, specialmente a destra, che vede come qualità preponderante per assurgere a diventare qualcuno, solo la capacità di attrarre voti, qualche avviso di garanzia, un paio di conoscenze nelle svariate mafie e mafiette italiche e nulla più.

Di solito cerco di mantenere un profilo informativo ed in un certo senso asettico su questo blog, ma la necessità che la rete sia un luogo in cui crescere, condividere ed imparare in modo libero e democratico impone certe volte di alzare i toni, di far suonare una sveglia nella testa di chi legge, di contribuire a far venire fuori ragionamenti dalle parole.

Contestare l’autorità è un diritto fondamentale, non un attacco all’egemonia mafiosa e glamour del signor Silvio Berlusconi, il Governo che attualmente siede sulle poltrone del potere è di destra, e se la semettessimo di foderarci il cervello col parquet ci ricorderemmo delle svariate manifestazioni fasciste a cui si presta (Borghezio che va a marciare con i nazi in Germania, Bossi che vuole fare la secessione, Alemanno che diventa sindaco di Roma tra i saluti romani).

Saluti Romani ad Alemanno sindaco

(credit: Simone Salis on Flickr )

Non ci dimentichiamo di chi stiamo parlando, la politica “da telegiornale” impone toni da bimba infiocchettata, ma le chiacchiere stanno a zero, la destra italiana trae le sue origini dal fascismo, punto e basta! Avete mai provato a chiedere al senatore Ciarrapico come passa il 25 Aprile? Ve lo dico io, ad Anzio a commemorare la X MAS insieme ad un manipolo di naziskin!

Questi sono i brutti ceffi che stanno tentando di imbavagliarci, di sottomettere la libera espressione dell’individuo, questa è la compagnia di clown improvvisati, P2isti e mafiosetti del quartierino che stanno solo marciando sull’ignoranza di un Paese che ormai guarda solo a tette, culi e veline invece di garantire a se stesso un futuro.

A tutto questo bisogna reagire, bisogna imporre a questi poveracci l’arma definitiva, la cultura, la democrazia, lo spessore!

Già, non si tratta di combattere con le armi in pugno come professa quel poveraccio di Umberto Bossi mentre gioca a fare il vichingo a Pontida (che tristezza)!

Si tratta di avere una visione globale, la stessa che fa ridere a crepapelle ogni governante europeo e mondiale al passaggio della cricca italica vestita a festa.

Internet finora è visto come minaccia da governi quali quello iraniano, cinese e cubano, ci aggiungeremo a questa triste lista.

Ma a rifletterci bene, mi viene in mente che durante gli scontri in seguito alle ultime elezioni iraniane le notizie, i video e le foto hanno scardinato le rigide maglie della censura iraniana per approdare su blog, YouTube, Twitter e quant’altro, niente ha fermato la libera espressione dell’uomo, le informazioni sono arrivate persino alle addormentate e soggiogate redazioni del mainstream italiano, sono state utilizzate in lungo e in largo, spinte in homepage e mandate via mail a tutti gli iscritti ai quotidiani che le hanno diffuse.

Quella era una situazione da guerra civile, la gente moriva per le strade, ed i guardiani della rivoluzione iraniani non sono certo quel citrullo di Gasparri o la showgirl miss Carfagna!

Carfagna Nuda - Se questo è un ministro

Quindi se da un lato, la mia intelligenza e la mia cultura mi impongono lo sdegno di cui si nutre questo post, dall’altro mi rincuora il fatto che siamo in Italia, il Paese dei Balocchi in cui non si riesce a far rispettare regole basilari e dalla struttura contenutistica basilare, figuriamoci la complessità della rete.. figuriamoci i brutti ceffi del Governo, del Garante per le Comunicazioni alle prese con termini quali blogsfera, embed, feed rss o syndication..

Già me li vedo con la loro enorme boria a cercare di accendere il pc, a cercare di capire cosa devono fare per navigare su internet. A fare mille telefonate a destra e a manca per capire da che parte prendere in mano il mouse!

Sapere, comprendere, rispondere e resistere, questo è necessario fare, non tanto per scongiurare i danni delle chiacchiere del signor Silvio Berlusconi (non ti chiamo signor B, metto nome e cognome, sono libero e non ti temo), ma per cercare di preservare un minimo di dignità a questo Paese in preda alla sindrome del Gabibbo, per non veder sprecato il nostro lavoro, il nostro sforzo quotidiano nell’innovazione e nel progresso, dalle più grandi imprese alle piccole cose di tutti i giorni.

Per una questione di rispetto verso se stessi, se è vero come è vero che fin da piccoli ci hanno insegnato che il bene supremo dell’uomo è LA LIBERTA’!

Ma la libertà vera, non quella millantata dal questo Governo bigotto, oscurantista, ignorante, connivente con la criminalità, impreparato, grottesco, tragicomico, irrilevante, shiamazzante, isterico e lacunoso!

Ma andate a lavorare, a testa bassa, vergognandovi!

E ADESSO CHIUDETEMI IL BLOG !!

Per saperne di più

Gianluca Dettori: Censura su Internet in Italia: è tutto normale

Luca De Biase: Nella Rete c’è quello che siamo

La Repubblica: Video su internet, stretta del governo “Rispettare il diritto d’autore”

La Repubblica: Peer to peer, nuova offensiva nel mirino Telecom e utenti

E per capire quanto siamo simili a governi quali quello cinese:

Il Corriere della Sera: Cina, risposta a Google: la censura serve

Con tanto di occhiello che recita:

La portavoce del governo: sia rispettata la nostra legge. E un funzionario: dobbiamo guidare l’opinione pubblica


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