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Un italiano su due naviga quotidianamente su Internet, un dato che sfiora il 90% tra i giovani. E’ quanto emerge dal 45esimo ‘Rapporto sulla situazione sociale del Paese‘ del Censis, presentato pochi giorni fa a Roma. La crescita propria dell’utenza del web, nel 2011 ha dunque superato finalmente la fatidica soglia del 50% della popolazione italiana, attestandosi per l’esattezza al 53,1% (+6,1% rispetto al 2009).

Il dato complessivo si fraziona tra l’87,4% dei giovani e il 15,1% degli anziani (65-80 anni), tra il 72,2% dei soggetti più istruiti e il 37,7% di quelli meno scolarizzati.

Le attività più diffuse su internet, secondo il rapporto, sono: cercare una strada o una località (il 37,9% degli utenti lo ha fatto almeno una volta nell’ultimo mese), spesso ancora prima di mettersi in movimento, oltre che mentre si è già in viaggio, vista la possibilità di connettersi tramite smartphone o tablet. L’home banking sembra aver preso decisamente piede nel nostro Paese: fare operazioni bancarie via web compare al terzo posto tra le attività maggiormente svolte (22,5%), dopo la ricerca e l’ascolto di brani musicali (26,5%). Le attività che potremmo definire di una certa rilevanza pubblica, come sbrigare pratiche con uffici amministrativi (9,7%) o prenotare una visita medica (3,9%), appaiono invece decisamente meno praticate.

I giovani si differenziano dagli altri in modo significativo, quando si vuole individuare l’uso preminente che fanno di Internet. Si connettono principalmente per ascoltare musica (52,5%), per trovare le strade (46,5%), per guardare film (34%).

Discorso a parte merita la ricerca di un lavoro. Il dato rilevato a livello nazionale è pari al 12,3%, che sale al 26,8% tra i giovani. La ricerca di lavoro è la quarta attività, per ordine di rilevanza, che i giovani svolgono sul web. Naturalmente, fra i giovani sono presenti anche quanti un lavoro ce l’hanno già oppure non intendono cercarlo, perché ancora studenti o per altri motivi. Infatti, i dati articolati per condizione professionale portano al 41% il tasso di utilizzo di Internet per la ricerca di un lavoro proprio tra i non occupati.

Nel mondo dell’informazione vera e propria, la centralità dei telegiornali è ancora fuori discussione, visto che l’80,9% degli italiani li utilizza come fonte principale. Tra i giovani, però, il dato scende al 69,2%, avvicinandosi molto al 65,7% riferito ai motori di ricerca su Internet e al 61,5% di Facebook. Per la popolazione complessiva, al secondo posto si collocano i giornali radio (56,4%), poi la carta stampata con i quotidiani (47,7%) e i periodici (46,5%). Dopo ci sono il televideo (45%), i motori di ricerca come Google (41,4%), i siti web d’informazione (29,5%), Facebook (26,8%), i quotidiani on line (21,8%).

Nel caso delle tv all news (16,3% complessivamente) risultano discriminanti l’età (il dato sale al 20,1% tra gli adulti) e il titolo di studio (il 21,7% tra i diplomati e laureati). Le app per smartphone o tablet arrivano al 7,3% di utenza e Twitter al 2,5%.

La situazione complessiva del nostro Paese puo’ essere riassunta in questo modo: ogni dieci italiani, ce n’è uno che non si informa, uno che accede solo a Tg e Gr, tre che hanno un ventaglio più ampio di fonti da cui sono escluse però quelle che hanno a che fare con Internet, infine cinque che usano più o meno tutte le fonti intrecciandole in vari modi.

Quanto ai principali modi con cui ci si connette a Internet per ottenere informazioni, il collegamento fisso da casa è ancora la forma principale, risultando la preferita non solo dal 31,8% degli italiani che hanno un pc desktop, ma anche dal 20,4% di quanti usano un portatile.

Chi usa la connessione al lavoro – in genere ottimizzata attraverso rete fissa – rappresenta il 17,2% del totale, ma molto importante e’ il dato relativo a chi preferisce il portatile con connessione wifi (21,5%), a cui si deve aggiungere anche l’8,3% di chi usa connessioni mobili e il 7,3% di chi usa uno smartphone connesso a un sito web. Com’era prevedibile, tra i giovani la domanda di connessioni non fisse è ancora più elevata, raggiungendo il 44,4% per il wifi, il 13% per le connessioni mobili e il 14,2% per lo smartphone.

Il Rapporto sulla situazione sociale del Paese del Censis è qui.


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